La torcia olimpica

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La torcia olimpica High-Tech.

Manca poco alle Olimpiadi in Cina e, come ben sappiamo, già da tempo notizie che riguardano la torcia olimpica rimbalzano sulle prime pagine di tutti i giornali. Purtroppo, non per motivazioni sportive.

Ma vediamo come questo oggetto è stato realizzato e, soprattutto, da chi…

I designers della Lenovo (ebbene sì, proprio quelli dei computer) hanno cercato di trasferire tutta la cultura cinese all’interno del progetto della torcia.

Il signor Johnson Lee, membro del team realizzatore, ha dichiarato che l’idea di base portata avanti da tutto il gruppo fin dall’inizio, è stata quella di convogliare 5000 anni di storia e cultura cinese all’interno di un solo singolo relativamente piccolo oggetto.

Alcune persone coinvolte nel progetto, hanno subito sottolineato l’importanza che ha avuto a livello mondiale la rivoluzionaria invenzione cinese della carta; per questo alla torcia 2008 è stata assegnata la forma di rotolo (realizzato in alluminio) che oramai tutti conoscono.

La Lenovo ha impiegato quasi un anno e 34 designers per inviare al China’s torch-design contest il progetto definitivo, e alla fine “Clouds of Promise” (nome assegnato alla torcia) ha vinto… non male per un’azienda che produce PC.

Come dichiarato da David Hill, vice presidente dell’azienda americana, la progettare la torcia è stato più un problema a ingegneristico che artistico: il prodotto finale deve infatti rispettare alcune rigide caratteristiche tecniche. Per esempio deve essere in grado di rimanere accesa in cima all’Everest e deve passare dei rigorosi test di diverse condizioni climatiche.

La torcia brucia propano, scelto dalla Lenovo perché è combustibile a basso costo che rilascia solamente anidride carbonica ed acqua dopo aver bruciato. La China Aerospace Science & Industry Corporation ha disegnato la camera di combustione della torcia; creata per resistere a venti fino a 65 km all’ora e per produrre una fiamma molto luminosa e stabile, che può essere vista anche in contro-luce.

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Inoltre il team ha deciso di inserire sul corpo della torcia dei disegni di nuvole stilizzate e, di utilizzare un intenso colore rosso come quello presente sulle porte della città proibita.

Hill dichiara inoltre che secondo lui non c’è molta differenza tra disegnare una torcia e disegnare un computer portatile, con l’unica differenza che progettare computers richiede molto più tempo: “bisogna capire la tecnologia giusta da sviluppare, la gente, la cultura di un posto e i fattori ambientali come caldo, freddo e vento”.

Intanto la Cina conferma: la fiaccola passerà da Lhasa, in Tibet…

 

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