Perché i film tratti dai videogiochi fanno pena?

Il titolo del post di oggi ripropone una delle domande che in più occasioni mi sono personalmente posto. Essendo al contempo un appassionato di cinema e di videogiochi ammetto che più volte, soprattutto in passato, mi sono letteralmente fiondato al cinema quando usciva un film tratto da un videogame, magari al quale mi ero particolarmente appassionato.

Ricordo ancora l’estate del 2002 quando arrivò nelle sale cinematografiche il film di Resident Evil. Era un evento che attesi con impazienza in quanto si tratta di uno dei titoli che più mi hanno appassionato nella mia storia da videogamer e che, a mio modesto parere, aveva tutte le carte in regola per diventare un ottimo film sia dal punto di vista della sceneggiatura e del soggetto, che della carica emotiva che è in grado di trasmettere.

Insomma signori miei, quando nel videogioco mi sono ritrovato di fronte la sequenza animata del primo zombie nella Mansion sono saltato sulla sedia e tutto il gioco era fortemente incentrato su un continuo senso di insicurezza, di paura e di terrore, tutte emozioni di scorrevano a fiumi. Il silenzio regnava incontrastato mentre ci si tentava di far strada in una serie di rompicapi ed indizi per ricostruire ciò che stava accadendo.

Cosa accade, invece, quando andai  al cinema sperando di ritrovare in questo potente mezzo le stesse emozioni, magari amplificate e rese più coinvolgenti dal grande schermo? Un disastro. Resident Evil, il principe dei survival horror era diventato una specie di Tomb Raider con una sfumatura leggermente più macabra, ma il tutto fondamentalmente incentrato sulla figura di Alice che nella seconda metà del film salta, corre, prende a calci i cani zombie compiendo acrobazie, ecc…

Che cosa c’entra Resident Evil con quel film? Assolutamente niente, se non una leggera affinità nell’argomento trattato e nello sviluppo della storia che è di fatto molto marginale visto che la volontà di produttori e regista di mettere una gnocca (Milla Jovovic) al centro dell’attenzione per portare i ragazzini al cinema per sbavare, è stata molto più forte rispetto a quella di fare un prodotto, non dico di spessore perché è sicuramente un’impresa non facile partendo da un videogioco, ma almeno che fosse di qualità e che rispecchiasse maggiormente lo spirito che ha guidato Capcom quando realizzò il titolo.

La storia che vi sto raccontando è imperniata su Resident Evil per ragioni direi quasi affettive, ma la situazione è analoga per la maggioranza dei film tratti da videogiochi. Anzi a confronto si può quasi affermare che il film Resident Evil sia stato uno dei migliori prodotti visto che ne è scaturita una serie composta ad oggi da ben quattro film.

Per dimostravi la qualità ridicola di questo tipo di film vi riporto di seguito il voto medio che hanno ricevuto su IMDB alcune di queste trasposizioni cinematografiche:

  • Silent Hill – 6,5
  • Resident Evil – 6,4
  • Hitman – 6,2
  • Mortal Kombat – 5,4
  • Doom – 5,2
  • Wing Commander – 3,7
  • Street Fighter – 3,3
  • Far Cry – 3,2
  • Alone in the Dark – 2,3
  • House of the Dead – 2

Osservando questi voti dire che la situazione è imbarazzante, è un eufemismo. Il punto tuttavia è che non sempre la responsabilità di questo insuccesso può sempre essere attribuita a chi ha realizzato il lavoro, ma piuttosto a chi ha avuto semplicemente l’idea di farlo: se fossi un regista e domani qualcuno mi proponesse di girare un film basato su Street Fighter, ammetto che sarei il primo a preoccuparmi della qualità del risultato finale visto il materiale di partenza.

Esistono, quindi, almeno due fattori che hanno contribuito all’insuccesso di questi prodotti. Il primo è quello di aver intravisto una qualche possibilità di profitto nel portare sul grande schermo videogiochi che per loro natura mal si adattano allo stile narrativo tipico di un film. Il secondo è l’incapacità di approfondire e sviscerare le emozioni che un videogioco oggi trasmette, sostituendole con un mix di personaggi, effetti e montaggio ben collaudati e che tutto sommato, almeno al botteghino, in alcuni casi funzionano.

Alla luce di quanto ho portato alla vostra attenzione, secondo voi ci sarebbe da preoccuparsi o da essere felici se un produttore e regista del calibro di Steven Spielberg acquisisse i diritti per realizzare attraverso la DreamWorks Pictures un film basato su Halo? Secondo me potrebbe anche essere la volta buona dato che nessuno dei film sopracitati può vantare un regista di questo livello, sperando, quindi, che il fautore di Schilder’s List non partecipi solo come produttore.

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