WiFi everywhere

lavorare per le scaleE quindi anche McDonald’s entra nel mondo delle reti wireless. Dopo che British Telecom e FON hanno stretto un accordo per distribuire Access Point agli utenti della telco inglese, e dopo che Starbucks offre – mi dicono – wifi da sempre. Questo significa che presto l’Inghilterra sarà un paradiso come gli Stati Uniti, per chi ama internet senza fili.

La situazione italiana, si sa, è azzoppata da una normativa quantomeno singolare e un bel po’ limitante, sia per gli utenti che per chi vorrebbe guadagnarci qualcosa, con le WiFi. Il discorso vuole essere politico, ma focalizzarsi sulla produttività: io ormai seguo un bel po’ di progetti, esco sempre più spesso con il portatile e presto o tardi avrò anche un cellulare Wireless Fidelity. Con questo non voglio dire che sono un asociale che pensa sempre alla rete, però che se un amico mi fa aspettare 10 minuti ad un appuntamento, mi fa indubbiamente piacere potermi leggere la posta. Oppure che mi piacerebbe scrivere un post per Appunti Digitali appena mi viene in mente, in macchina (da fermo, of course). O ancora che vorrei poter scrivere il nuovo progettino per il cliente con in mano una tazza di cioccolata calda, non in casa ma appena terminata la riunione, con la mente fresca.

Insomma, dico e penso che potrei essere molto più produttivo se ci fosse rete un po’ dappertutto e se non fossi un criminale se mi collego ad una rete che non ha la password. Ma questa è una cosa che non solo la normativa non prende in considerazione, ma che persino le aziende si rifiutano di comprendere: se vi dico quante volte qui da me dobbiamo elemosinare un cavo ethernet smettereste di ridere dopodomani.

Sono un visionario e c’è speranza di cambiamento o dovremo restare per sempre indietro anche sulle cose “facili?” (facili perché tutto sommato non costa molto metter su una wireless, se non fosse un problema legale…

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