Qualche considerazione sul “sorpasso” di Apple su Microsoft

Una pioggia di entusiasmo ha invaso la rete e le legioni di entusiasti utenti Apple, allorquando, ieri l’altro, è arrivata l’attesa notizia del fatidico sorpasso: il market cap (il valore delle azioni circolanti), di Apple ha superato quello di MS.

Senza nulla togliere all’importanza del traguardo raggiunto da Apple e al “miracolo” attuato da Jobs al suo rientro, il market cap è un indicatore molto legato alla fiducia degli investitori, un fattore cui non è estranea anche una certa componente “emotiva” e che non esaurisce la capacità di un’azienda di produrre ricchezza.

Come è evidente dal confronto di queste due tabelle (Apple, Microsoft), il colosso di Redmond ha ancora margini di profitto più alti (un modello di business non hardware-centrico giustifica questi valori) e un EBITDA superiore a quello di Apple di circa il 40% (15,80mld contro 25,25mld).

Di certo fra il business di Apple e quello di MS ci sono notevoli differenze, anche in prospettiva. Da un lato Apple ha legato i suoi flussi di cassa ad alcuni dei più importanti trend del mercato tecnologico (mobilità, e-commerce di contenuti) e rimane leader indiscusso in segmenti come la distribuzione musicale online, e anche su prodotti più “old” come i computer riesce a mantenere margini sconosciuti all’industria.

Dall’altro Microsoft è un’azienda prevalentemente software-centrica, con la gran parte dei guadagni provenienti dalla leadership assoluta nel mercato OS e applicazioni (con particolare riferimento all’ancora florido mercato di Office), e per questo ancora molto legata alle regole che ne hanno decretato il successo mondiale negli anni ’90.

Al di fuori di questi segmenti – per esempio nel search e nel mondo smartphone – l’azienda fondata da Bill Gates e Paul Allen si trova ad affrontare una concorrenza molto agguerrita. Com’è evidente dal grafico che riporto qui sotto, questa concorrenzialità si traduce in una fortissima spesa R&D, in assoluto e in rapporto alle revenue. Fortissima specialmente al confronto delle spese R&D sostenute da Apple.

Detto questo vorrei soffermarmi brevemente sui fattori di convergenza fra MS ed Apple. Fattori che mi pare sussistano oggi come nel 1997, quando Jobs ebbe ad affermare contro una certa partigianeria talebana: We have to let go of a few things here. We have to let go of the notion that for Apple to win, Microsoft has to lose. Come a dire: dalla collaborazione fra Apple e Microsoft possono nascere frutti, dall’ostilità, particolarmente se “ideologica”, nulla di buono.

Trovo che, pur in una situazione del tutto mutata, queste considerazioni abbiano ancora molto senso. Elenco qualche spunto al riguardo:

  • Apple e Microsoft non competono direttamente sul mercato OS e la prima cuba una percentuale di mercato ancora lontanissima dall’impensierire Microsoft; per di più Apple non ha alcuna intenzione di entrare in competizione diretta con Microsoft, “aprendo” OS X; al contrario esiste un mercato per OS Windows anche su sistemi Mac (virtualizzazione e BootCamp);
  • Apple e Microsoft non competono se non marginalmente sul mercato delle applicazioni; al contrario il mercato del Mac è un obiettivo appetibile per le applicazioni Microsoft e in futuro, chissà, anche per gli ambienti di sviluppo;
  • Microsoft ancor più di Apple ha in Google un avversario; Microsoft è entrata in competizione diretta con Google nel mondo del search e dei servizi web connessi: un accordo con Apple su questo fronte potrebbe portare grandi vantaggi a MS e al contempo dare una bella “sveglia” a Google.

Chiaramente questa lista non pretende di essere esaustiva ed anzi, è aperta ad ulteriori contributi oltre che, ovviamente, a letture critiche.

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